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Tutta Mia La Città

Le cover sono state un elemento molto importante per il rinnovamento della canzone italiana, in quanto hanno consentito a molti musicisti (e specialmente a quelli dei gruppi) di assimilare al meglio gli stimoli stilistici che provenivano soprattutto dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti d’America.

Molto spesso il risultato non riusciva a stare al passo con la canzone americana o inglese da cui si partiva, ma in qualche caso la versione italiana era addirittura superiore, per la qualità dell’arrangiamento e per le soluzioni sonore adottate, alla versione originale.

È il caso di Tutta mia la città, che riprendeva Blackberry Way dei Move, una band inglese capitanata da Roy Wood (chitarrista e compositore del gruppo) che aveva pubblicato la canzone nel novembre del 1968, su di un singolo che conquistò in breve tempo il primo posto della Hit Parade inglese.

Maurizio Vandelli, mente creativa dell’Equipe 84, si innamorò della canzone e grazie anche a un testo perfettamente calzante scritto da Mogol, arricchì notevolmente con il suo lavoro di produzione in studio le potenzialità (già di per sé buone) della canzone che, pubblicata nella primavera del 1969, partecipò poi con grande successo al Cantagiro di quell’anno, dove si classificò quarta dietro a Massimo Ranieri con Rose rosse, ai Camaleonti con Viso d’angelo e a Lucio Battisti con Acqua azzurra, acqua chiara.

Vandelli amava il lavoro in studio di registrazione, inserendo negli arrangiamenti spunti originali e insoliti, era per lui l’occasione per dimostrare di avere sempre molte idee, e quasi tutte buone, e Tutta mia la città, riascoltata oggi, non dimostra affatto i cinquant’anni e più che si porta con grande disinvoltura sulle spalle.

Anno: 1969
Artista: Equipe 84
Autore: Mogol, Roy Wood
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