Un italiano vero

Strano destino quello di Toto (al secolo Salvatore) Cutugno: da trent’anni svetta fra i più amati cantanti e autori italiani all’estero ma è stato costantemente ignorato, se non sbeffeggiato dalla critica. Il suo nome nemmeno compare nelle più autorevoli storie della canzone italiana e solo in tempi recentissimi vi è stato incluso con molti ‘distinguo’, ma solo a proposito della canzone che gli ha tributato i massimi onori nel mondo: L’italiano (1983). Un brano, ripreso in molte lingue, che condensa la poetica di Cutugno e incrocia con sensibilità sentimenti diffusi che non si possono liquidare in nome dell’ovvietà e degli stereotipi. Specie se hai venduto milioni di copie. La raccolta contiene i maggiori successi dell’artista nativo (1943) di Fosdinovo (Massa) ma cresciuto a La Spezia: dagli esordi con gli Albatros (Africa, Volo AZ 504) – che gli valsero una grande notorietà in Francia – ai trionfi al Festival di Sanremo (una vittoria: Solo noi; sei secondi posti), dalle partecipazioni internazionali (Festival di Tokio 1980 con Francesca non sa; Eurovision Song Contest 1990: primo posto con Insieme 1992) agli hit per Celentano (Soli) e le sigle di quella televisione che è stata a lungo la sua seconda casa (Una domenica italiana).