Pubblicato il
29-06-2023

E se domani

E se domani

Carlo Alberto Rossi: «Anche E se domani passò inosservata al Festival di Sanremo. La scrissi un sabato pomeriggio di grande melanconia, mentre Marisa (che sarebbe poi diventata mia moglie) era a Parma, dai suoi genitori. Ci eravamo lasciati con un mezzo litigio, e io continuavo a pensare a lei, a quanto avrei sofferto se non l’avessi piu rivista.

Qualche giorno dopo portai quel disco al grande Sugar, il patron delle Messaggerie Musicali, per chiedere il suo parere. Invitai all’audizione anche Johnny Dorelli, sul quale contavo molto per il lancio della canzone. Il nostro incontro andò malissimo. Dorelli mi batté la mano sulla spalla e mi disse: “Sei sempre bravissimo!”, ma si guardò bene dall’aggiungere che avrebbe cantato la mia canzone.

Per fortuna avevo sotto mano il bravo Fausto Cigliano che, sapendo quanto ci tenessi, accettò di portare E se domani a Sanremo.

Dopo il festival, nel quale non feci certo faville, tornai all’attacco, questa volta con Mina. A quel tempo la tigre di Cremona incideva i suoi dischi nello studio che avevo aperto a Milano, il Fonorama, ed ebbi quindi molte occasioni per sollecitare il suo aiuto. Fatto sta che un bel giorno trovai le parole ‘e se domani’ intagliate su uno stupendo tavolo che mi era costato un occhio della testa. Lo sfregio era di Mina, che se ne assunse la responsabilità e che, per farsi perdonare, accettò finalmente di cantare la mia canzone.

La cantò una volta sola, senza prove, da quella grandissima cantante che è. E se domani fu rivalutata di colpo, e da allora Mina ha cantato per anni tutti i miei ‘fiaschi’ portandoli al successo».

 

Estratto da: Fratarcangeli, Fernando, Mina Talk. Vent’anni di intervisteRoma, Coniglio Editore, 2005, p. 356