Pubblicato il
28-06-2023

Cuore matto

Questa canzone è stata determinante per il successo di Tony, e per tutta la sua carriera. È risaputo che lo chiamavano “Mister Cuore Matto”. Perfino al suo funerale, al quale ero presente insieme a tanti colleghi e migliaia di ammiratori, sulla sua bara, sopra i fiori c’era la copia dello storico 45 giri. Tony era un caro amico, un uomo semplice e gentile.
Cuore matto

(Gaetano “Totò” Savio-Armando Ambrosino) – Little Tony, Mario Zelinotti – 1967

Alla fine del 1966 Totò scrisse Cuore matto. Quando me lo fece sentire, capii subito la forza del pezzo. Andammo a Roma, negli studi della RCA, per fare il missaggio di questa Cuore matto, cantata da Totò, per la Durium. Ne ho qui a casa mia una copia, una rarità. Caso fortuito, in un’altra sala di registrazione Dino Caruana, direttore artistico della Durium, a nostra insaputa stava facendo registrare il famoso trombettista Nini Rosso. La sera, finita la registrazione di Cuore matto, nell’andare via, sorpresa!, ci incontriamo al bar con Caruana. Subito approfitto dell’occasione, insistendo a morte per fargli ascoltare Cuore matto. Caruana, stanchissimo, non ne voleva sapere, ma testarda sono riuscita a fargli risalire il grande scalone della RCA per tornare in sala, dove il tecnico, su nostra richiesta, fece partire la registrazione del pezzo. Appena finito l’ascolto, Caruana ne chiese una copia per sé da portare alla Durium. Lo avevo convinto! Il battito del cuore suonato dal basso all’inizio del brano fu un’idea geniale di Totò. Tutti, dopo, hanno imitato questo ritmo. Come sempre, già allora Totò scrisse l’arrangiamento di Cuore matto, diresse l’orchestra in sala e curò la realizzazione finale del disco. Invece il disco di Little Tony, con l’arrangiamento di Totò, fu diretto da Willy Brezza.

Cuore matto fu presentata a Sanremo nel 1967, si qualificò soltanto al settimo posto. Finito il Festival, la sera fummo invitati a cena dai proprietari della Durium, la nostra casa discografica, i signori Mintanjan, marito, moglie e figlia, ovviamente anche con Little Tony e compagnia, in un ristorante sul lungomare, con un bar dove brillava un grande juke-box multicolore. Appena seduti, cominciò a entrare nel bar una frotta ininterrotta di ragazzi, che regolaarmente introducevano una moneta nel juke-box per ascoltare il Cuore matto del mio Gaetano. Allegria generale del nostro tavolo, e felicitazioni di Mintanjan a Totò:« Sei un genio!». … le parole non costano nulla! Tutti avevamo capito che era già un successo. Infatti, la settimana seguente era al primo posto della hit parade, e vi sarebbe rimasta per cinque mesi consecutivi, caso unico. La verita è lampante: la vera canzone vincitrice di Sanremo è quella che vende più dischi, è quasi mai la prima classificata della gara. E questo è il caso di Cuore matto. E pensare che allora Little Tony non voleva cantarla! La casa discografica minacciò di annullargli il contratto, se non l’avesse portata a Sanremo.

Questa canzone è stata determinante per il successo di Tony, e per tutta la sua carriera. È risaputo che lo chiamavano “Mister Cuore Matto”. Perfino al suo funerale, al quale ero presente insieme a tanti colleghi e migliaia di ammiratori, sulla sua bara, sopra i fiori c’era la copia dello storico 45 giri. Tony era un caro amico, un uomo semplice e gentile. Nel 2003 ci invitò a pranzo a casa sua per parlare con Totò e gli chiese di scrivergli un intero CD, Totò accettò ma pochissimo tempo dopo non fu più in grado di lavorare a causa della malattia che lo vuotava di tutte le sue forze e che pochi mesi dopo l’avrebbe portato via. Voglio precisare che la casa discografica Durium dichiarò soltanto un terzo di tutte le copie vendute di Cuore matto, tant’è vero che Little Tony fece causa alla Durium, vincendola, e la Durium lo risarcì con trecentocinquanta milioni di lire, che allora erano una fortuna. Purtroppo Totò non fece altrettanto e sbagliò. È anche vero che eravamo sempre in giro con il nostro gruppo che ci impegnava al massimo, lasciandoci poco spazio per altre faccende anche molto importanti come questa. Tuttavia, fece un’altra cosa: mentre Cuore matto era da mesi in testa alla hit parade, Totò si recò a parlare con il responsabile della Durium, per modificare il suo contratto di autore e compositore, e aumentare la percentuale fino a quel momento misera dei suoi diritti d’autore. Alla richiesta di Totò, il responsabile gli rispose: “Se vuoi possiamo offrirti un vestito”. Incredibile ma vero, dopo la vendita di milioni di dischi. Così decidemmo insieme che era ora di cambiare aria e casa discografica. Visto il suo grande successo, Totò non ebbe difficoltà trovarne un’altra. Poco tempo dopo firmò a Milano un contratto d’esclusività come autore e compositore con l’importante casa discografica CGD, di Ladislao Sugar (e poi del figlio Piero). Anch’io firmai, come cantante. Era il 1968.