Buon compleanno Italia
Per il settantaquattresimo compleanno della Repubblica Italiana (2 giugno 2020) abbiamo selezionato una playlist che procede in ordine cronologico dall’Anno Zero della sua fondazione (1946) ai giorni nostri, con due brani rappresentativi per ogni decennio. Non una mini-storia della canzone italiana, quanto piuttosto uno spaccato della nostra storia. Si parte dal dopoguerra e dall’euforia generata dalla Liberazione che è alla base di Festa d’Aprile (1948), su testo dell’intellettuale antifascista Franco Antonicelli. Tammuriata nera nasce nel 1944, ispirata da un fatto vero accaduto nel napoletano e annuncia con molto anticipo la società multietnica che verrà. Gli anni Cinquanta si aprono con la questione triestina, che riecheggia sullo sfondo della canzone vincitrice della seconda edizione del Festival di Sanremo, Vola colomba (1952), mentre U pisci spada (1954) rappresenta l’Italia delle radici popolari, fotografata in bianco e nero dal cinema neorealista a cui si richiama il Modugno cantastorie. E’ l’Italia che cede il passo ai nuovi costumi introdotti dal boom economico e fustigati da Celentano ne Il ragazzo della via Gluck (1966), mentre gli anni Sessanta si aprono a orizzonti internazionali, inseguendo il sogno di una generazione (C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, 1967). Negli anni Settanta gli italiani cominciano a guardarsi dentro e scoprono vizi e virtù del loro modo di vivere. C’è chi si prende in giro (Quelli che, 1975) e chi lo fa con coscienza civica (Viva l’Italia, 1979). Dopo la sbornia antagonista, gli anni Ottanta riportano in auge la retorica patriottica e si torna a cantare il tricolore senza vergogna (Italia, 1988) anzi, fieri di essere italiani (L’italiano, 1983). Ma dura poco, perché nei Novanta è di nuovo l’ironia a marcare l’istinto di patria (Inno nazionale, 1995), fino allo sberleffo post-moderno (La terra dei cachi, 1996). E mentre la musica cambia, le tematiche restano quelle anche nel Terzo Millennio, intente a esplorare l’evoluzione dei luoghi comuni con nuovo spirito identitario – Io non mi sento italiano (2003) - e con rabbia - L’Italia (2009). Chiudiamo con due istantanee del tempo presente: un viaggio in treno lungo le bellezze della Penisola (Made in Italy, 2016) e uno sguardo sulla nuova Italia multietnica firmato da uno dei suoi esponenti di grido (Cara Italia, 2018).