(Libero Bovio-Emanuele Nutile) – Carlo Buti – 1939
In più di un’occasione molti autori e compositori legati alla canzone napoletana si sono cimentati nella lingua italiana, in genere riscuotendo un lusinghiero successo. Fu così anche per Amor di pastorello che nel 1913 fu tenuta a battesimo da Giuseppe Godono, un tenore prestato dalla lirica alla musica leggera, il primo di una lunga serie, visto che la registrarono anche Enrico Caruso, Beniamino Gigli e Ferruccio Tagliavini.
Curiose le parole con cui Bovio descrive le ore della giornata del pastorello (in realtà menzionato solo nel titolo) protagonista della canzone: sveglia al canto del gallo, la prima messa delle sette, la constatazione che la sua bella dorme ancora anche a mezzogiorno e relativa preghiera alla Madonna perché alla fine la faccia svegliare, altrimenti quell’amore resterà tra le lacrime e i sogni della gioventù.
Diciamo che Bovio aveva scritto di meglio, ma il potere seduttivo della canzone è tutto nella melodia, che in poco tempo fa dimenticare gli scarti di significato del testo, soprattutto se affidata a voci come quella di Elvira Donnarumma o quella di Carlo Buti, nell’elegante esecuzione che vi proponiamo. Fu incisa in seguito anche da Claudio Villa, Giuseppe Di Stefano, Luciano Virgili, Otello Boccaccini, Aurelio Fierro e, con tono parodistico, da Renato Carosone e dal suo sestetto per la voce di Piero Giorgetti, dove il testo era ridotto all’osso e contrappuntato (vista l’atmosfera agreste) dal suono di vari richiami per uccelli e di animali da cortile.