Ma se ghe penso
((Mario Cappello-Attilio Margutti) – Gilberto Govi - 1930
Mario Cappello e Attilio Margutti scrissero nel 1925 Ma se ghe penso, che diventò la protagonista di una manifestazione musicale, la ‘Festa della canzone genovese’ (organizzata dalla rivista letteraria «La Superba») svoltasi a Genova nel 1925 e che si proponeva di far nascere anche a nella città della Lanterna, così come era successo a Napoli, a Roma, a Milano, a Firenze, una canzone moderna in dialetto, che si differenziasse dalla tradizionale produzione dei canti popolari, gli antichi trallallero. È quindi, in qualche modo, la canzone che dà il via a quella che poi diventerà, per semplificazione giornalistica, la cosiddetta ’scuola genovese’ della canzone d’autore nei primi anni Sessanta. È un canto di nostalgia di uno dei tanti emigrati liguri in Sudamerica nei primi anni del Novecento, partiti senza una lira e riusciti poi, con enormi sacrifici, a garantire un dignitoso stile di vita alla propria famiglia, tanto è vero che è suo figlio, ormai naturalizzato sudamericano, che cerca di convincere il padre a non intraprendere il lungo viaggio per tornare a rivedere la sua Genova. La riuscitissima linea melodica della canzone si sposa perfettamente con l’elemento nostalgico del ricordo, che ripercorre i luoghi della sua giovinezza - Righi, piazza della Nunziata, la Foce, la Lanterna, la Cava, il Molo, le montagne sullo sfondo – e che alla fine convince il protagonista a mettersi in viaggio verso la sua città natale. Naturale che poi la canzone vega in seguito omaggiata dai grandi genovesi della canzone, come Natalino Otto, Joe Sentieri, Bruno Lauzi, Gino Paoli e anche dai Ricchi & Poveri, in una bella versione armonizzata a quattro voci, alle quali si aggiungerà poi la splendida versione di Mina. La versione che ascolterete è in realtà una versione parlata, dal più grande attore genovese di sempre, Gilberto Govi, e tanta è la musicalità innata di quel dialetto che quasi quasi non si fa caso al fatto che i versi della canzone non siano modulati in musica ma semplicemente recitati come se fossero un copione teatrale.